2012 Terapie del prossimo futuro per la maculopatia atrofica o secca
Nella forma cosiddetta secca o atrofica la retina va incontro a una lenta atrofizzazione delle sue componenti cellulari con un progressivo e graduale decadimento della vista. Il peggioramento è molto più lento che in caso di degenerazione maculare umida o neovascolare. Rispetto alla forma neovascolare la secca è più diffusa, costituendo essa circa l’80% dei casi di maculopatia legata all’età.
Determinazione del rischio genetico e prevenzione
Anche le maculopatie atrofiche dipendono da fattori interni, ereditari, e da fattori non ereditari come l’ipertensione, il fumo, l’esposizione alla luce. Gli studi su AREDS II aggiungono altri antiossidanti per rafforzare la prevenzione. Grande interesse suscitano i geni che predispongono alla comparsa della maculopatia atrofica. Le ricerche genetiche permettono un esame del DNA, eseguito con un semplice test, determinare se il soggetto presenta un rischio di sviluppare la degenerazione maculare. Questo rischio può essere catalogato basso, medio o alto. Il paziente può sorvegliare la propria condizione provvedere a proteggerla.
Farmaci neuroprotettori
Alcuni studi stanno valutando l’efficacia di farmaci cosiddetti neuroprotettori che potrebbero rallentare o arrestare il processo degenerativo delle cellule nervose della retina.
Tra queste le Brimonidina che viene somministrata con una iniezione intravitreale. Il Fenretinide somministrato per via orale blocca l’accumulo e l’assorbimento del retinolo da parte dell’epitelio pigmentato. Lo scopo è di evitare l’accumulo dei derivati tossici della vitamina A. I primi risultati sembrano essere positivi. Un altro prodotto, chiamato provvisoriamente ACU4429, dovrebbe anch’esso rallentare l’accumulo di sostanze tossiche. Molte molecole sono sotto indagine per diminuire l’accumulo di sostanze tossiche nelle drusen. Si tratta di molecole attualmente sperimentate contro il morbo di Alzheimer.
Un altro agente neuroprotettore molto interessante è denominato CNTF, fattore neurotrofico ciliare. Grazie all’ingegneria genetica, alcune cellule derivate dalla retina vengono stimolate alla produzione di CNTF e una volta incapsulate all’interno di un minuscolo contenitore, vengono inserite all’interno dell’occhio dove il farmaco viene prodotto per circa due anni.
Farmaci contro lo stress ossidativo
Lo studio AREDSII tende a precisare quali sono le sostanze antiossidanti per la prevenzione del peggioramento della degenerazione maculare. Una sostanza antiossidante, OT551 lipofila, somministrata in collirio, è stata provata nella degenerazione atrofica con risultati fino a questo momento poco convincenti. Un agonista selettivo della serotonina, AL8309B. Nuovi studi in corso si occupano della sperimentazione di nuove molecole, di cui alcune sono già diventate terapie. Per ora la migliore via di somministrazione rimane quella intravitreale ma gli studi in atto si orientano verso medicinali con formule ad azione prolungata (retard).
Lotta contro i fattori infiammatori
Da qualche anno è stato accertato che l’infiammazione oculare cronica è una delle maggiori cause della comparsa della degenerazione maculare. L’infiammazione compare come agente di rischio nello sviluppo della malattia. Per mettere in evidenza questo tipo lieve di infiammazione si studia il cosi detto “complemento”. Questo “complemento” è un fattore genetico che interviene nel determinismo dell’infiammazione, che deve essere controllato per tentare di bloccare l’evoluzione della degenerazione. Fra le sostanze antinfiammatori nella prevenzione della DMLE compare il Copaxone, che è uno immuno-modulatore utilizzato nella prevenzione della sclerosi multipla. Somministrato per via sottocutanea ha permesso di osservare la regressione delle drusen. Il Sirolimus, utilizzato per prevenire il rigetto dei trapianti, viene somministrato per via sottocongiuntivale e sembra poter bloccare la degenerazione maculare secca o atrofica.
Questi nuovi farmaci non saranno in commercio prima di pochi anni. E’ troppo presto per poter dire se saranno in grado di soppiantare le terapie attuali. Non sappiamo nemmeno se sarà possibile, un giorno, ottenere una vera guarigione e sospendere il trattamento o se il trattamento dovrà essere continuato per anni come le cure chemioterapiche di certi tumori. Non sappiamo se si potrà mantenere in modo definitivo un buon visus nei pazienti che avranno risposto positivamente al trattamento.