2012 Terapie del prossimo futuro per la maculopatia umida o neovascolare
Determinazione del rischio genetico e prevenzione
Le degenerazioni maculari legate all’età dipendono da fattori interni, ereditari, e da fattori non ereditari come l’ipertensione, il fumo, l’esposizione alla luce. Attualmente vi sono studi su AREDS II, che tentano di aggiungere agli antiossidanti inseriti nello studio AREDS classico, degli altri antiossidanti per rafforzare l’azione dei farmaci nella prevenzione delle degenerazioni maculari. Grande interesse suscitano i geni che predispongono alla comparsa della degenerazione maculare. Molti geni sono stati individuati e le ricerche continuano per identificarne altri. Lo scopo di questi studi è di tentare una terapia genica della degenerazione maculare. Le ricerche genetiche hanno però portato ad un altro risultato: è oggi possibile con un esame del DNA, eseguito con un semplice test, determinare se il soggetto presenta un rischio minimo o elevato di sviluppare la degenerazione maculare. Questo rischio può essere catalogato basso, medio o alto. Conoscere l’entità del rischio permette alla persona di sorvegliare la propria condizione e di provvedere a proteggerla con terapie a base di antiossidanti e vitamine e assumendo una condotta di vita che eviti il fumo, l’esposizione esagerata alla luce del sole, il colesterolo e tutti gli agenti potenzialmente negativi.
VEGF-Trap- Regeneron
Un farmaco promettente per il trattamento della degenerazione maculare umida o neovascolare vi è il VEGF-Trap Regeneron della Bayer che agisce contro il VEGF in modo più potente rispetto agli altri farmaci anti-VEGF noti e anche inibendo l’azione di una sostanza denominata PLGF, anch’essa coinvolta nella crescita dei neovasi patologici durante la malattia. I risultati sono promettenti con miglioramento della vista e ridotto numero di trattamenti. Sembra che le iniezioni intravitreali potranno essere distanziate da 2 a 4 mesi invece dell’intervallo di un mese necessario nei casi difficili con Lucentis, Avastin e Macugen. La Food and Drug Administration lo approverà fra poco per gli Stati Uniti e verrà probabilmente introdotto in Europa fra pochi mesi.
Terapie Associate
Una ulteriore possibilità già attualmente utilizzata è quella di associare più farmaci per il trattamento dei neovasi durante la degenerazione maculare legata all’età. Si tratta delle terapie combinate che utilizzano Lucentis o macugen o Avastin in associazione alla terapia fotodinamica con verteporfina o iniezioni intra vitreali di farmaci steroidei. Lo scopo di tali combinazioni è sostanzialmente quello di ridurre il numero di trattamenti necessari mantenendo il medesimo beneficio in termini di miglioramento della vista. Spesso l’associazione di vari farmaci permette di bloccare l’evoluzione della maculopatia in casi resistenti. Anche in questo caso vari studi sono in corso sia in Europa che negli Stati Uniti.
Radiazioni
Un’altra terapia possibile prevede l’utilizzo di radiazioni in grado di bloccare la crescita dei neovasi. In questo caso le radiazioni vengono somministrate direttamente ai neovasi mediante una microsonda che viene inserita all’interno dell’occhio durante un intervento chirurgico. Tutte queste terapie non sono al momento disponibili e la speranza è che quanto prima non solo si dimostrino efficaci ma possano essere disponibili per i nostri pazienti.